Testo Lc 4,1-13
(edizione Bibbia CEI 2008)
1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane”. 4Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo“.
5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: “Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo”. 8Gesù gli rispose: “Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto“.
9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti:
Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
affinché essi ti custodiscano;
11e anche:
Essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra“.
12Gesù gli rispose: “È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo“.
13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Commento a cura del Gruppo Donne
Il deserto come scelta
Riflettiamo sul significato del deserto e del digiuno di Gesù. Sebbene il territorio non fosse così inospitale da impedirgli di raggiungere un villaggio per procurarsi del cibo, Gesù ha scelto il digiuno, con una decisione quindi non dettata dalle circostanze ma dalla volontà di condivisione dell’esperienza umana.
Il numero quaranta ha valore simbolico, richiamando i quarant’anni di Esodo nel deserto. Con il suo digiuno, Gesù si inserisce in questa tradizione, ribadendo un legame con la storia del suo popolo.
Tentazioni e missione
Gesù viene messo alla prova dal diavolo, che lo sfida a dimostrare la sua identità divina attraverso atti di potere fini a se stessi. Gesù respinge queste richieste, rifiutando di esibire segni spettacolari per confermare la sua natura: non cede alla tentazione di un potere mirato all’autoaffermazione, ma sceglie di manifestare la sua divinità successivamente, attraverso il servizio e la relazione con gli altri (guarigioni ecc.).
Consideriamo che il diavolo sa bene chi è Gesù, non ha bisogno di dimostrazioni: con le tentazioni mira perciò a spezzare il suo legame con Dio, mettendo alla prova la sua fedeltà alla missione.
Se Gesù avesse fatto queste cose si sarebbe rotta la relazione con Dio, si sarebbe messo al servizio del diavolo. In questa circostanza lui sceglie di essere figlio di Dio.
Il testo si conclude con il diavolo che si allontana “fino al momento fissato”, che alcuni identificano con la Croce (“se è figlio di Dio si salvi”) o con il Getsemani, quando Gesù affronta la prova suprema della sofferenza e della solitudine, e ancora una volta rimane fedele a Dio.
Diavolo e potere
Il diavolo afferma di avere ricevuto e quindi di possedere il dominio sulla terra e di poterlo concedere a chi vuole. Questo ci pone la domanda: è una sua affermazione falsa oppure il potere umano ha origine dal male?
Citata la Bibbia di Gerusalemme riporta questo commento (ma anche quella CEI, ndr): Satana, introducendo nel mondo il peccato e la morte, sua conseguenza (Sap 2,24+; Rm 5,12+), ha reso l’uomo schiavo della sua tirannia (Mt 8,29+; Gal 4,3+; Col 2,8+); egli ha steso sul mondo, di cui è divenuto il «principe» (Gv 12,31+), un dominio che Gesù è venuto a sopprimere con la «redenzione» (Mt 20,28+ , Rm 3,24+; Rm 6,15+; Col 1,13-14; Col 2,15+ . Vedi ancora Ef 2,1-6; Ef 6,12+; Gv 3,35+; 1Gv 2,14; Ap 13,1-18; Ap 19,19-21).
Ci chiediamo se il diavolo “personificato” esista davvero o se invece possiamo considerarlo l’espressione delle nostre fragilità ed errori.
Evidenziamo inoltre un collegamento con il dialogo tra Gesù e Pilato, in cui il governatore romano afferma di avere il potere di condannarlo o liberarlo, ma Gesù risponde che ogni autorità proviene da Dio. In questa prospettiva, il potere non è da intendere come dominio sugli altri, ma come servizio responsabile.
Come Lui, anche noi
Il brano delle tentazioni di Gesù è un’immagine dei dilemmi quotidiani che ogni persona affronta: scegliere tra il bene e il male, tra il servizio e l’egoismo, tra il bene altrui e la seduzione del potere.
Ci invita a riflettere sulla nostra libertà di scegliere e di orientare la nostra vita.
Gesù resiste alle tentazioni citando la Parola di Dio, offrendo così un modello per affrontare le prove della vita. Anche in questo brano riscontriamo allora nuovamente che il Vangelo è la rivelazione che ognuno di noi è figlio di Dio e notiamo che il collegamento tra le 3 letture di questa domenica è che chiunque crede in Dio sarà salvato.