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Parrocchia della Resurrezione Voghera

Lc 2,22-40

Pubblicato il4 Maggio 20254 Maggio 2025

Testo Lc 2,22-40

(edizione Bibbia CEI 2008)

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29“Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli:
32luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele”.

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.
36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Commento a cura del Gruppo Donne

Le profezie e noi

In questo brano che narra la presentazione di Gesù al tempio notiamo che, ancora una volta, le Scritture ci presentano la capacità profetica di due persone anziane (e laiche, e uomo e donna) che nel corso della loro vita si sono affidate totalmente al Signore. Desideriamo essere come loro, capaci in età avanzata di vedere il nuovo e annunciare il bello del nuovo.

Simeone come anche Mosé, il quale morì “vecchio e sazio di giorni”, lascia la vita fisica senza rimpianto e con la pace che proviene dalla convinzione di avere usato bene i propri giorni. Possiamo pensare lo stesso di Anna, che si trova anche in una condizione peggiore di Simeone in quanto vedova, tuttavia riesce a dare un senso alla sua vita. Queste persone alla fine della loro vita riescono a intravedere l’avverarsi di quello che avevano creduto e non chiedono altro.

Capiamo allora che è importante trovare e dare un senso alle nostre giornate che passano, o almeno provare seriamente a farlo.

Nelle parole di Simeone troviamo il passaggio “luce per rivelarti alle genti”. Da ciò trae origine la benedizione liturgica delle candele e la denominazione popolare di “Candelora” per la ricorrenza della Presentazione di Gesù al tempio.

Di purificazione e riscatto

Il precetto che richiedeva la purificazione della madre di un neonato viene osservato anche da Maria: ragazza libera che ha detto il suo sì all’angelo, è andata dalla cugina Elisabetta, si è espressa nel canto del Magnificat. Se da un lato questo fatto ci stupisce un po’, dall’altro comprendiamo che si vuole indicare che Gesù è cresciuto in un ambiente famigliare rispettoso delle leggi, perché Gesù non è venuto a ribaltare la legge, come lui stesso dirà, ma a darne pieno compimento.

Consideriamo anche quanto questo concetto di purificazione sia stato utilizzato per fare sentire “non a posto” le donne: non sono passati poi molti anni da quando le donne andavano in chiesa per essere purificate.

Sempre nel rispetto della tradizione, per il riscatto del primogenito Gesù vengono offerte in sacrificio due colombe. Il gesto di Simeone che lo prende in braccio ha forse il significato di volerlo sottrarre al riscatto, perché il Messia non ha bisogno di essere riscattato. Ma ancora una volta troviamo il Gesù umano, che segue il percorso previsto per i bambini. Come spiegato nella seconda lettura (Eb 2,14-18): “proprio per essere stato messo alla prova e aver sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.”

Segno di contraddizione

Meditiamo sulle parole di Simeone, che definisce Gesù segno di contraddizione: cosa significa? Alcune risposte possibili: Gesù è venuto per attuare uno svelamento delle ipocrisie, spingere ad avere dubbi, a farsi domande; Gesù vive sulla propria pelle la contraddizione del suo popolo, che in parte lo segue e seguirà dopo la morte e risurrezione, ma in parte lo rifiuta e rifiuterà; Gesù è venuto liberarci dalla contraddizione di una legge vissuta solo come osservanza cieca, come insegna la parabola del buon samaritano.

Ridurre all’impotenza il diavolo

Riflettiamo sul significato del passo della seconda lettura, dove viene detto che Gesù si è fatto umano “per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo”.

Proviamo a fare alcune riflessioni. Questo versetto ci evoca il sabato dopo la crocifissione, quando Gesù è morto e, come recitiamo nel Credo Apostolico “discese agli inferi”, per poi resuscitare. Gesù ci dà sempre la possibilità di resuscitare da morte, dalla morte di chi fa la scelta del male, chi si chiude in se stesso. La capacità di amare è un sottrarre la vita alla potenza del diavolo, non si può impedirci di amare, proiettandoci verso gli altri, nella nostra vita quotidiana.

Strada Oriolo 7, 27058 Voghera (PV)

Telefono: 0383/369578

E-mail: parrocchia.resurrezione@gmail.com

Parroco pro tempore: Don Pio Francesco Lovetti

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