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Parrocchia della Resurrezione Voghera

Gv 21, 1-19

Pubblicato il4 Maggio 20254 Maggio 2025

Testo Gv 21,1-19

(edizione Bibbia CEI 2008)

1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. 6Allora egli disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore!”. Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso ora”. 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pascola le mie pecore”. 17Gli disse per la terza volta: “Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: “Mi vuoi bene?”, e gli disse: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi”. 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: “Seguimi”.

Commento a cura del Gruppo Donne

Il contesto

Questo brano ci appare molto bello e “luminoso” anche se è probabile che tutto il capitolo 21 sia un’aggiunta successiva alla prima stesura del Vangelo di Giovanni, realizzata forse per esprimere il sentire della comunità dei discepoli. Sono infatti ripresi dei fatti che gli altri Vangeli riportano in momenti precedenti.

La situazione sembra la medesima degli inizi, quando Gesù era andato a cercare i discepoli in una situazione di vita ordinaria, nei momenti del lavoro. In realtà è cambiato tutto. Loro sono stati trasformati dall’esperienza che hanno vissuto con Gesù ma nonostante questo non sanno che cosa fare e tornano alla loro vita di prima.

Notiamo che sono nominati 7 degli 11 apostoli, sembra che nonostante sia passato poco tempo dalla morte di Gesù già ci siano delle divisioni nel gruppo, la paura ha preso il sopravvento. Ci sembra una situazione che richiama le tante divisioni che viviamo nell’oggi.

Manifestazione e riconoscimento

Gesù da risorto si manifesta ai discepoli che inizialmente non lo riconoscono. Nonostante lo abbiano visto già due volte da risorto e abbiano ricevuto lo Spirito, ancora la terza volta, vedendolo, non lo riconoscono. Gesù viene riconosciuto grazie alle sue azioni concrete: la pesca miracolosa (simbolo della loro missione nel mondo) e la condivisone del pasto (simbolo dell’Eucaristia). Anche noi oggi possiamo e desideriamo riconoscerlo, ritrovando il suo manifestarsi nelle altre persone.

Meditiamo che in questo brano c’è il manifestarsi di Dio nel quotidiano, nel compimento di alcuni gesti di cura, come il preparare il pasto. Pensiamo a quanto sia stato premuroso questo atteggiamento, quasi materno e “femminile”.  Anche in questo caso un abbattimento di stereotipi, di catalogazioni, come si ritrova anche in altri passi della Bibbia (citato salmo “hai viscere di misericordia”).

Condividiamo alcune interpretazioni trovate per spiegare il numero preciso numero di 153 pesci, ad esempio si dice che ai tempi erano conosciute 153 specie di pesci o che 153 erano gli stati conosciuti fino a quel tempo, a significare quindi una missione di “pesca” verso tutto il mondo.

Noi meditiamo su questa abbondanza, che ci indica l’abbondanza dell’amore del Signore verso l’essere umano.

Fragilità e misericordia

Avrà provato un po’ di vergogna Pietro, per aver rinnegato Gesù? Non lo sappiamo, ma ci sembra che il gesto di stringersi le vesti ai fianchi, perché era svestito, sia indicativo di aver provato vergogna ad essere nudo (come in Genesi). Le interpretazioni correnti, tuttavia, indicano un riferimento al servizio, in quanto è un gesto preparatorio per il lavoro.

La triplice domanda accompagna Pietro nella profondità di se stesso. Aveva creduto di essere capace di stare con Gesù per sempre invece la sua caduta — il tradimento — lo rende finalmente umile e perciò capace di comprendere e amministrare la misericordia. È proprio attraverso la sua fragilità che diventa vero pastore: il primo Papa non è un innocente ma un perdonato, e quindi sa perdonare.

Questa consapevolezza riguarda tutta la Chiesa, fatta di peccatori perdonati, e noi stesse che con l’avanzare degli anni – con meno forze e autosufficienza – guadagniamo maggiore lucidità, umiltà e docilità allo Spirito. Seguire Gesù significa accettare anche la nostra fragilità come parte essenziale del cammino (chi mi vuol seguire prenda la croce e mi segua).

Costruendo sui nostri limiti

Pietro dimostra la sua incapacità di comprendere pienamente Gesù, anche dopo tutti i fatti accaduti, e continua a comportarsi in modo impulsivo (si butta dalla barca, alla richiesta di portare un po’ di pesce ne porta un quantitativo esagerato). E Gesù lo incontra, nonostante i suoi limiti e la sua incapacità di amarlo “più degli altri”.

Notiamo che Gesù non chiede a Pietro se si è pentito, ha chiesto se lo ama. Inoltre, per due volte Gesù chiede a Pietro se lo ama ma Pietro risponde con il verbo voler bene. Alla terza Gesù sembra rassegnarsi e utilizza anche lui il verbo voler bene.

Capiamo allora che Gesù non cerca persone perfette, ma accoglie anche il poco che siamo capaci di offrire. Ci viene a cercare e se costruiamo la nostra vita su quel poco, possiamo vivere una vita piena, abbondante.

Inoltre, Gesù non ci lascia senza direzione: dà indicazioni concrete (come “gettate la rete a destra”) su cui possiamo fondare una vita nuova, capace di bene anche a partire dalla nostra fragilità. Come si vedrà anche nei versetti successivi a questo brano, l’indicazione è chiara ed è quella della sequela.

Preghiera

Signore, Gesù si manifestò sul lago di Tiberiade come un povero che chiede cibo, come un pescatore abile che dà indicazioni su come pescare; come uno che prepara il pesce e invita gli altri a mangiare insieme. Aiutaci a vedere l’abbondanza dell’amore di Dio nei gesti dell’amore quotidiano, di preparare una tavola, di condividere il cibo, di partecipare alle preoccupazioni delle nostre sorelle e dei nostri fratelli e alle loro gioie.
Per questo ti preghiamo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Strada Oriolo 7, 27058 Voghera (PV)

Telefono: 0383/369578

E-mail: parrocchia.resurrezione@gmail.com

Parroco pro tempore: Don Pio Francesco Lovetti

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