Testo Gv 3,16-18
(edizione Bibbia CEI 2008)
16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
Commento a cura del Gruppo Donne
Credere
Il verbo credere è ripetuto molte volte, per indicare che è fondamentale mettersi in relazione con Dio e affidarsi, non pensando di poter essere autosufficienti nella propria esistenza. A volte le persone pensano di non credere perché non conoscono il Dio padre che ci ama, non conoscendolo non attivano una relazione. Altre volte la scelta è consapevole.
Condanna?
Il testo dice che Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare ma per salvare. Indicherebbe che non c’è condanna, ma subito dopo dice che chi non crede è condannato. Sappiamo anche che nel Vangelo di Matteo si parla di separazione di pecore dai capri. Come interpretare questa contraddizione?
Notiamo anche che condannare è tradotto in alcuni testi anche come giudicare.
Un’interpretazione è che sono le persone stesse se non colgono la bellezza e misericordia di Dio ad auto-infliggersi una condanna, una mancanza, a non sentirsi protetti da un Dio padre.
Tuttavia l’esperienza di vita porta a conoscere persone che pur non credendo sono vicine agli insegnamenti di Gesù, in loro vediamo agire lo Spirito. Infatti viene detto che lo Spirito soffia dove vuole.
Allora la netta separazione luce-tenebre ci mette in difficoltà, e la domanda rimane aperta.
Fede e religione
In questo brano Gesù sta parlando con il fariseo Nicodemo, una persona che conosce bene le Scritture e i dettami della religione. Riflettiamo sul fatto che gli atti di devozione in una vita senza servizio verso le altre persone perdono valore.
La nostra condanna si gioca sul fatto di vivere o meno nella fratellanza e sororità, non nel rispettare i precetti della religione. Gesù ci umanizza.
Questo brano nel tempo è stato oggetto di facile strumentalizzazione con l’obiettivo di condizionare i comportamenti delle persone. Citate le parole di Gandhi che affermò la sua disponibilità a credere in Cristo ma non nei cristiani.