Testo Lc 3, 15-16. 21-22
(edizione Bibbia CEI 2008)
15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
21Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.
Commento a cura del Gruppo Donne
Giovanni e la simbologie di sandali e fuoco
Slacciare i sandali non allude a un atteggiamento da servo verso il padrone, tra i vari significati che la Bibbia richiama troviamo: 1. Togliersi i sandali è segno di penitenza, quindi Giovanni Battista afferma di non poter chiedere a Gesù un segno di penitenza 2. Slacciare il sandalo indica la rinuncia del parente più prossimo al diritto/dovere del levirato, secondo il quale doveva sposare la vedova per dare al morto una discendenza. Quindi Giovanni Battista afferma di non avere alcun diritto di prendersi la sposa=Israele, destinata a Gesù.
Il riferimento al fuoco ci riporta al roveto ardente, quindi alla presenza di Dio, ma anche alle parole di Gesù quando affermerà di essere venuto a portare il fuoco sulla Terra: la sua presenza, l’adesione alla sua Parola non è indolore, destabilizza e brucia.
Notiamo che Giovanni non approfitta della situazione per mettere la sua persona al centro dell’attenzione, evitando di farsi tentare dalle persone e dalla responsabilità che sa di avere come profeta. Dichiararsi Messia sarebbe stato peraltro un gesto molto sfidante nella società di allora. Gesù stesso non afferma di esserlo direttamente ma chiede di osservare le sue opere e la sua vita, indicandoci che ciascuna persona deve fare un percorso per riconoscere in Gesù il Messia.
La manifestazione di Dio
Notiamo che Dio sceglie di manifestarsi alle persone che, anziché andare al tempio, si trovano nel deserto da Giovanni: quindi non per apparire osservanti agli occhi degli altri o in sequela di una casta sacerdotale che tradiva un po’ lo spirito della religione professata.
Meditiamo sul fatto che lo Spirito soffia dove vuole, anche sulle persone al tempio, verso il quale peraltro Gesù si recherà e invierà spesso le persone (dopo guarigioni ecc.), mostrando di non snobbarlo ma di volergli dare una purificazione e il vero senso della sua esistenza. Tuttavia spesso succedeva e succede che l’istituzione si riveli un contesto chiuso e in qualche misura refrattario allo Spirito.
La presenza della colomba nel cielo che si apre, senza più barriere, indica che esiste (ancora) l’alleanza di Dio con gli esseri umani, come dopo il diluvio universale.
Il battesimo di Gesù
Meditiamo sull’umanità di Gesù – che in altro Vangelo al momento del proprio battesimo risponde di voler adempiere a una giustizia, indicando implicitamente di essere già pienamente consapevole della sua missione – ma che forse è ancora alla scoperta del suo percorso, ed è convinto di doversi battezzare per compiere questo percorso non ancora ben definito (e che non gli viene rivelato nel tempio). Forse ha egli stesso, come capita a noi oggi, necessità di un segno di conferma di essere figlio di Dio.
Il percorso di Gesù lo porterà a un approccio diverso da quello di Giovanni: Gesù si muoverà sempre per andare incontro alle persone, mentre Giovanni è nel deserto e le persone si recano da lui.
Il nostro battesimo
Riteniamo consolante che tutte le persone presenti in quel momento vengano battezzate insieme a Gesù. Ci dice che siamo tutte accomunate/i a Gesù nel battesimo, e quindi possiamo pensare di essere anche noi riconosciute come figlie predilette.
Il battesimo operato da Gesù alle persone non è un’immersione nell’acqua purificatrice, come quello operato da Giovanni, ma un’immersione nel respiro di Dio, nella vita con Dio.
Meditiamo sull’opportunità o meno di fare il battesimo in età adulta, con consapevolezza. Inoltre lo riteniamo un dono, non la condizione necessaria per essere amate/i da Dio, che ama tutte e tutti.