Testo MT 3,1-12
(edizione Bibbia CEI 2008)
1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2 dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”. 3 Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
4 E lui,Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.
5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6 e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9 e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”.
Commento a cura del Gruppo Donne
Profezia, prescrizioni e deserto
Il profeta non è un indovino ma la persona che riesce a vedere il presente con lo sguardo di Dio.
I profeti a quel tempo aiutavano a comprendere le scritture e a vivere le prescrizioni non come doveri ma come il modo per mettersi in relazione con Dio.
Giovanni Battista temeva che sadducei e farisei andassero a farsi battezzare solo per assolvere a dei precetti. Per questo forse il testo va letto: “Voce di uno che grida: nel deserto preparate la via del Signore!” invece di: “Voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore!” (i due punti non esistono in ebraico, dove vanno posizionati?).
Le prescrizioni, tra cui il Decalogo, esistono per darci un indirizzo, ma non devono essere vissute come obblighi ai quali adempiere per ottenere la salvezza. Sono il modo di dare senso alla vita.
Deserto e conversione
Deserto dentro di sè, per trovare Dio. Come scritto da Etty Illesum “C’è un pozzo davvero profondo dentro di me. E in esso dimora Dio. A volte ci sono anch’io. Ma più spesso pietre e sabbia bloccano il pozzo, e Dio vi è sepolto sotto. Allora deve essere tirato fuori di nuovo”.
Deserto come solitudine amara nei momenti difficili, ma anche uno spazio-tempo necessario per ritrovarsi con il proprio sè e far sì che poi germogli il bene.
Deserto anche come intimità, un tempo e luogo condiviso solo con la persona amata in cui nulla altro esiste.
Conversione e giudizio
Ogni giorno possiamo operare scelte di conversione, “il regno dei cieli è vicino” significa che è già qui nell’oggi, sempre.
Ma non sempre si è in grado di capire, non sempre e non tutti hanno la nitida consapevolezza del giudizio puntuale, quotidiano. C’è un giudizio finale: alla fine della nostra vita saremo in gradi di vedere le scelte fatte con lo sguardo di Dio, con una presa di coscienza piena: è il giudizio finale. Il giudizio universale è giudizio che riguarderà ogni persona.
Le tre prospettive del giudizio: puntuale, finale, universale sono le tre facce di una stessa cosa dove andare a far convergere la misericordia e il perdono.